2014-11-17

Il presidente del Tangherebety Football Club

A me piace il calcio. E siccome so che piace anche a molti di voi che dite, per snobismo, che il calcio non interessa, ho deciso di parlarvi di calcio. Vi voglio infatti raccontare oggi la storia di una piccola squadra di calcio, dei suoi fanatici tifosi e del suo buffo presidente.
Chiamarlo presidente e' riduttivo, in realta' Rosy (così si chiama il nostro eroe) è anche l'allenatore, il capitano e soprattutto il centravanti, la punta di diamante della squadra. In pratica ricopre tutti i ruoli societari tranne uno: lo sponsor. Quello pare preferisca lasciarlo al fratello.
Potremmo definirlo, come presidente, un mix tra famosi presidenti di serie A presenti e passati: è un po' Berlusconi per la mania di protagonismo, un po' Zamparini per la rapidità con cui muta opinione sugli allenatori (nel suo caso gli alleati) che passano da degni di massima stima a infami traditori nello spazio di un mattino, un po' Lugaresi o Massimino per le perle di ignoranza che han fatto la fortuna di "Mai dire Gol".
E che dire della squadra? Malgrado lui, il presidente, ne parli come di uno squadrone in grado di sbaragliare il Barcellona o il Bayer in realtà la Tangherebety (cosi' si chiama la, poco, gloriosa compagine) milita in tornei a livello poco più che dilettantistico, più o meno come (con rispetto parlando) la Sanremese.
Anche sulla militanza in qualche torneo ci sarebbe da ridire; in realtà la Tangherebety non ha mai giocato, e quindi tantomeno vinto, alcun torneo... se non altro perchè nessuna lega calcistica ha mai accettato la sua iscrizione per palese mancanza di requisiti.
C'è stata in passato qualche partitella con squadre ben più titolate che, più per curiosità nei confronti di quel buffo e strepitante ometto piuttosto che per reale agonismo, hanno accettato la sfida ma il risultato è sempre stato lo stesso: quando il risultato cominciava ad assumere proporzioni umilianti la partita finiva sempre per essere interrotta per le intemperanze dei tifosi tangherebetesi, perfetto esempio del più becero e incivile hooliganismo.
Talvolta addirittura non si arrivava neppure alle intemperanze dei tifosi; in svantaggio di 18 gol a 0 ci pensava direttamente lui, il presidente tuttofare, a far sospendere la partita esibendosi nella riuscitissima imitazione del proverbiale piccione che gioca a scacchi. Sì, proprio quello che caga sulla scacchiera, rovescia tutti i pezzi e poi se ne va in giro impettito con l'aria trionfante.
E così le squadre più blasonate alla fine si son stancate di prestare attenzione a questo seppur curioso personaggio e la polvere dell'oblio ha cominciato a posarsi sempre più densa sul campetto dove si esibisce la simpatica, si fa per dire, squadra. Ciò si è rivelato un vero e proprio dramma per il presidente; inseguito dalla disciplinare (qualcuno dice per frode sportiva e totonero) che potrebbe comminare multe salatissime, con lo sponsor ormai quasi prosciugato e con i tifosi sempre meno propensi a metter mano al portafoglio e acquistare biglietti per partite mai giocate, è stato quindi costretto ad architettarne (anzi a geometrarne) una delle sue.
Si è inventato la partita del secolo. E ha pensato pure a come truccarla a suo favore.
Ha acquistato un nuovo centravanti che giocasse al suo fianco: El Mandarancio (probabilmente un sudamericano.. quelli han sempre questi soprannomi strani), lo ha istruito affinchè si spacciasse per arbitro super partes e ha arringato i tifosi convincendoli che la sfida era di livello mondiale per far loro acquistare i biglietti a prezzi elevatissimi (in parole povere ha gabbato per l'ennesima volta anche loro).
E finalmente si è arrivati al giorno della partita. La squadra avversaria, la Tieffebi, non è (con rispetto parlando) il Real Madrid ma il presidente Rosy, memore delle cocenti umiliazioni subite da quella squadra persino al campetto dell'oratorio, si sentiva sull'orlo di una crisi di nervi per la paura di non riuscire a spuntarla. Intimidazioni da parte dei tifosi della Tangherebety non erano infatti bastate per far si che la Tieffebi rinunciasse, l'arbitro a favore non era sufficiente a garantire il risultato perciò la sicumera con cui in pubblico Rosy preannunciava di "spezzare le reni" al nemico come soleva dire un altro famoso pelatone si andava trasformando, nel chiuso della cameretta in un'eloquente macchia scura sul fondo dei calzoni.
Occorreva qualcos'altro. E il qualcos'altro è stato trovato: con un imbroglio ulteriore si è inventato un cavillo nel regolamento della manifestazione e ha fatto sì che la Tieffebi, gia' pronta con le scarpette da gioco ai piedi, non potesse scendere in campo.
E cosi' sul terreno di gioco si son visti da un lato lui, il centravanti presidente, in mezzo l'arbitro (in realtà centravanti anche lui per la Tangherebety) e dall'altro lato una meta' campo desolantemente vuota.
Non vi sto a fare la telecronaca dell'intero match... vi basti sapere che gia' al primo minuto il punteggio era di 2 a 0.
Ma non, come si potrebbe pensare, a favore della Tangherebety... era 2 a 0 per la Tieffebi!
Appena battuta la palla al centro infatti, il finto arbitro ha gettato la maschera e ha voluto subito mostrare ai tifosi le sue qualità... ma sciaguratamente per lui ha voluto tentare un'evoluzione troppo complessa per le sue non eccelse doti tecniche e cosi' dopo essersi ingarbugliato ha messo a segno un'autorete che neppure il compianto Communardo Niccolai...
Per ristabilire la parità nel punteggio è subito partito a testa bassa il buon vecchio Rosy ma anche lui, che ha sempre avuto il difetto in questi frangenti di farsi prendere dall'agitazione abbassando cosi' ulteriormente la sue già carenti qualità, non ha saputo far meglio che infilare di nuovo il pallone nella sua stessa porta.
Taccio, per una questione di pietà, sul resto della gara ma posso dirvi che a fine partita chiunque ne capisse almeno un po' di calcio non poteva che commentare dicendo di non aver mai visto cosi' tanta ignoranza calcistica in tutta la vita. 

Nessun commento:

Posta un commento